Uomo, arte e natura nel Rinascimento

Lezione aperta con Giovanni Serafini

Mercoledì 11 giugno Lumen ospita una “lezione aperta” dello storico dell’arte Giovanni Serafini. La conferenza vuole affrontare da una prospettiva multidisciplinare, il rapporto tra uomo, arte e natura lungo la parabola della grande stagione dell’Umanesimo. 

 

Il rapporto tra uomo e natura: una storia lunga secoli

Un percorso che abbraccia secoli di storia e che va dagli albori dell’arte fiorentina nel XIII secolo fino alla fine della dinastia medicea nel XVIII secolo. Il discorso si articola per tappe, attraverso l’analisi di alcuni dei maggiori capolavori dell’arte fiorentina, mettendo in luce la progressiva trasformazione del ruolo dell’uomo, dell’artista e della creazione artistica all’interno della visione cristiano-umanistica del creato e della natura.

 

Dall’Alto Medioevo al Rinascimento

 

Dalla frattura originaria tra uomo e creato del pensiero cristiano altomedievale si giunge, attraverso la svolta francescana, alla riscoperta del mondo sensibile come specchio del divino. In questo contesto si colloca l’innovazione di Giotto, che inaugura una nuova forma di naturalismo, matrice di quel linguaggio figurativo che sboccerà pienamente con Donatello, Masaccio e Brunelleschi: arte umanistica, cristiana, razionale, capace di interpretare la realtà naturale alla luce dell’antico.

Il percorso tocca poi la stagione laurenziana, con Botticelli, e si sofferma sulle due figure cardine del Rinascimento maturo: Leonardo da Vinci, che interpreta la natura in chiave pre-scientifica e aristotelica, e Michelangelo, che la vive come campo di tensione drammatica tra spirito e materia, secondo una visione profondamente neoplatonica.

 

Dal Giardino all’Italiana fino al Granduca Cosimo III

 

Nel Cinquecento, l’evoluzione del pensiero artistico michelangiolesco si riflette nella nascita del giardino all’italiana e nell’arte dell’idraulica, manifestazione di un creato ormai governato dalla ragione umana. Si giunge così agli ambienti alchemici e simbolici della corte di Francesco I de’ Medici, dove natura, arte e scienza si fondono in un orizzonte di sperimentazione.

Infine, uno sguardo al Seicento e al Settecento evidenzia l’impatto del neoplatonismo empirico di Galileo Galilei e l’equilibrio precario tra il rigore scientifico delle nuove accademie e la dottrina cristiana. Il percorso si chiude con la figura di Cosimo III e la cultura di Villa Ambrogiana, dove la riflessione artistica si nutre di fervore religioso e aristotelismo.